L’Evangelo del Giorno
Giovedì dell’8ª Settimana del Tempo Ordinario
“Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.” (Marco 10,46-52).
L’Evangelo ci presenta la storia di Bartimeo, diventato cieco, che grida, abbi pietà di me, sapendo che Gesù sta passando lungo la strada di Gerico.
Quello che ci stupisce è la forza di Bartimeo di chiedere aiuto e nello stesso tempo il fatto che identifica Gesù “figlio di Davide” ovvero ne riconosce la sua regalità, la regalità nel fare del bene a chi ha bisogno.
Gesù riconosce in Bartimeo il desiderio di una conversione, il passaggio dalla cecità, dalla oscurità, alla luce della fede.
Il vedere di nuovo per un cieco significa ricostruire un percorso di vita.
Ciascuno di noi ha bisogno di ricostruire un cammino. Le cadute nella vita vanno messe in conto. L’umiltà di riconoscere la nostra cecità è la strada per risorgere e rialzarsi.
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L’Evangelo del Giorno
S. Filippo Neri
“Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».” (Marco 10,32-45).
Sono sgomenti e impauriti i discepoli per l’insegnamento di Gesù. Giacomo e Giovanni osano chiedere l’impossibile o meglio vogliono chiedere di accorciare il percorso, di non accettare le fatiche e addirittura le condanne che vengono dal mondo.
Gesù fa presente che non dipende dalla sua volontà ma dal volere di D-o stare alla destra o alla sinistra. In qualche modo intuiamo che Gesù stesso si affida alla volontà del Padre.
Dopo questo discorso Gesù cambia registro. In fondo Giacomo e Giovanni vogliono un posto da privilegiati. Gesù indica una strada completamente diversa.
Il Signore della vita chiede di non occupare spazi per essere considerati grandi nel regno dei cieli ma al contrario di farsi schiavi degli altri. Per essere grandi nel regno dei cieli occorre farsi ultimi, mettersi a servizio degli altri.
É disarmante questo passo evangelico perché ci chiede la forza di considerare l’altro migliore di noi e accettare di servirlo fino in fondo perché solo così si costruisce una fratellanza umana.
Dobbiamo fare tanta strada. Possiamo dire solo questo non per commiserarci ma perché la nostra fede in Gesù ci spinge a vedere l’altro come noi con un atteggiamento di grande umiltà. Per questo dobbiamo vivere le esperienze quotidiane con lo spirito di servizio.