L’Evangelo del Giorno
Pentecoste
“Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me”. (Giovanni 15,26-27; 16,12-15).
Il Paràclito, lo Spirito Santo, è il dono della consolazione che ci ha rivelato Gesù Cristo per invocarlo e per sentirlo vicino alla nostra vita.
Lo Spirito consolatore è lo Spirito di verità che procede dal Padre, che discende su di noi e sulle nostre vite. É il Padre che trasmette ai noi la verità della vita, del bene, dell’amore.
Dobbiamo invocare e pregare lo Spirito consolatore e lasciare che operi in noi per il nostro bene.
Ci colpiscono, nei frammenti dell’Evangelo di questa festa di Pentecoste, alcuni particolari.
Gesù annuncia la presenza dello Spirito Santo consolatore verso la conclusione del cammino con i suoi discepoli e lo fa dopo aver chiesto di vivere il comandamento di amarsi gli uni gli altri.
Lo Spirito consolatore è la radice del verbo amare. Se ci si ama si vive nello Spirito che supera la nostra corporeità.
Un secondo particolare della presenza dello Spirito è che ci farà vedere quello che non vediamo con i nostri sensi.
É in questo mistero che si dipana la nostra vita. Spesso ci chiediamo perché la sofferenza, perché soffrire. Lo Spirito consolatore ci aiuta a capire questo.
Forse è vero: nella vita si soffre ma noi umani possiamo decidere per chi soffrire, soffrire per amare (dal Film: colpa delle stelle).
Proclamare Equità e perequazione per colpire famiglie modeste e ceto medio.
Penso all'arretratezza della politica odierna, la quale non fa i conti con il fatto che le nuove superpotenze si chiamano Google, Facebook, Amazon, Apple e sono sempre più pronte a prendere il posto dei vecchi stati.
Biden reagisce proponendo un minimum tax del 15% e il G20 di Roma si accoda su spinta del nostro Ministro Franco.
In tal modo non si parlerà più della sensata ed equa proposta lanciata dalla Commissione europea per l’economia, con a capo Paolo Gentiloni, che ha previsto l’obbligatorietà del pagamento delle tasse nel luogo di produzione e non quello delle sedi legali, che di solito sono poste in paradisi fiscali.
Dunque chi guadagna miliardi pagherà, se per noi va bene, soltanto il 15%.
Noi poveri tartassati di un Paese dove c'è chi invoca la flat tax senza accorgersi che già c'è, per il fatto che l'ultimo scaglione IRPEF del 43% si riferisce ai redditi di soli 75.000,00 Euro e (alla faccia della proporzionalità) non sale più!
Intanto (per così dire) si cerca di sparare nel mucchio, sicuri di prelevare facilmente, ma anche di impoverire le famiglie e le speranze di incentivare la natalità, colpendo con nuove tasse la successione di chi ha una casa (poiché questo sarà l'effetto della rivalutazione del catasto edilizio).