L’Evangelo del Giorno
S Ignazio di Loyola
“In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. […] Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre. I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.” (Matteo 14,1-12).
Il passo evangelico di Matteo introduce una ulteriore novità. Gesù non è solo riconosciuto dalla folla ma addirittura dal tetrarca Erode, ovvero dal potere politico dominante.
Capiamo che Gesù è “accerchiato”: dalle autorità religiose, dai suoi concittadini e adesso anche dal potere politico.
Erode è impressionato perché riconosce in Gesù la reincarnazione di Giovanni Battista che ha fatto uccidere per uno stupido giuramento. É la paura che fa tremare Erode.
Gesù è invece preoccupato perché si rende sempre più conto che il suo insegnamento trova opposizione. La gente è incredula, dubita, è preoccupata. I discepoli fanno fatica a comprendere le novità della sua missione. In più le autorità religiose si sentono contestate dalla predicazione di Gesù.
Giovanni Battista, il precursore, e Gesù, il Cristo, ci danno testimonianza dell’incredulità della gente e gli interessi del potere.
Tutto questo ci fa capire che la missione non è mai un fatto scontato. Bisogna dare testimonianza fino in fondo. Bisogna essere coraggiosi e vivere l’esperienza di fede con intensità.
Nella preghiera e nella condivisione, nella Parola e nell’Eucarestia possiamo attingere l’alimento quotidiano per essere credenti credibili.