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L’Evangelo del Giorno

Sabato della 5ª Settimana di Quaresima

“Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell'anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell'anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di D-o che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.” (Giovanni 11,45-56).

#sacrificio #riunire

Gesù compie uno dei segni più eclatanti che si possano immaginare: fa risorgere Lazzaro dal sepolcro. Questa notizia sconvolge le autorità religiose di Gerusalemme, i sacerdoti e i farisei membri del Sinedrio.

L’intervento del sommo sacerdote Caifa, come possiamo cogliere, collega la morte di Gesù alla necessità di riunire la nazione e i figli di D-o dispersi. Quella di Caifa è una vera e propria profezia.

Il sacrificio di Gesù, in qualche mondo, viene interpretato come passaggio per ricomporre il popolo d’Israele diviso e disperso, allontanatosi da D-o.

É un Evangelo inedito quello che Giovanni ci racconta perché ci fa cogliere che Gesù stesso é l’agnello del sacrificio che genera, con la sua morte, la vita per tutti, perché la vita in fondo è strumento di unità, è creazione.

Forse il sacrificio di Gesù ci fa scoprire che la vita umana si rigenera donandosi, perfino nella morte. Nulla viene perduto di ciò che siamo, di ciò che viviamo.

Alla vigilia dell’inizio della Settimana Santa, rendiamo lode a D-o per aver voluto donarci suo Figlio, in qualche modo Egli stesso, per farci capire che tutta la vita, tutta la creazione è dono per tutti, per gli altri.