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L’Evangelo del Giorno
3ª Domenica di Pasqua - S. Giuseppe lavoratore
“Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».” (Giovanni 21,1-19).
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L’Evangelo di questa domenica apre ad un salto di qualità. Gesù si rivolge ai suoi discepoli ritornati in Galilea e si presenta come un viandante.
Quattro sono i passaggi del racconto di Giovanni che ci colpiscono.
Gesù chiede ai discepoli se hanno qualcosa da mangiare. I discepoli non sono riusciti a pescare neanche un pesce. Sono doppiamente delusi e confusi. Gesù li invita a gettare la rete dall’altra parte. Si accorgono che quel viandante è il Signore Gesù. Il quale ha già preparato il pesce da mangiare.
Gesù mangia insieme ai discepoli. É un ritorno ad uno stile di convivialità, di fraternità. L’Evangelo non dice molto del dialogo tra di loro. Fa capire solamente che per stare insieme bisogna aiutarsi. É Gesù che cucina il pesce.
Gesù si rivolge a Simon Pietro. Lo chiama per nome, con i due nomi: Simone e Pietro. I significati del doppio nome dicono un indirizzo preciso: Simon Pietro é chiamato a fare un passaggio importante, quello di fidarsi di Gesù in modo nuovo. Gesù gli chiede amore ma Pietro si limita a voler bene. Fa fatica ad amare. É Gesù che ascolta la voce tenue di Pietro e lo asseconda.
Gesù lascia Pietro e i discepoli con una parola: “seguimi!” Chiede di continuare a camminare con lui. Non è importante la presenza fisica ma quella spirituale.
Traduciamo per noi tutto questo. Noi dobbiamo vivere. L’esperienza eucaristica per tirarci su di morale. Dobbiamo vivere con spirito di servizio. É importante voler bene per esercitarci ad amare. Ed infine comunque riconoscendoci umili dobbiamo seguire il Signore.
Un post scriptum: Pietro è un testone umile!