L’Evangelo del Giorno
S. Agostino
“Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha.” (Matteo 25,14-3.
La parabola dei talenti secondo Matteo va letta nel contesto e nella situazione degli ultimi giorni che precedono la passione di Gesù. Il regno dei cieli è una realtà di cambiamento radicale delle prospettive e delle attese da parte dei discepoli di Gesù.
Sono insegnamenti quelli di Gesù che indicano le sfide a cui i discepoli non potranno sottrarsi.
Il passo evangelico ci racconta che a ciascuno dei servi vengono dati dei talenti che hanno un valore cospicuo. Il signore che chiama i tre servi prima di partire per un lungo viaggio, affida non solo la custodia dei talenti ma chiede anche la responsabilità di farli fruttificare. Desidera solo che ciascuno si renda corresponsabile della tenuta del patrimonio affidato per il bene di tutti.
In realtà due dei servi s’impegnano in questo progetto mentre l’ultimo compie un vero e proprio atto di rinuncia. E di questo il signore chiede conto perché ha scelto di non sentirsi coinvolto nel migliorare la situazione del patrimonio affidato.
Oggi i talenti sono considerati le caratteristiche, lo skill, le competenze di ciascuno, le doti che devono essere messe a frutto in qualsiasi attività lavorativa o organizzativa. Non è pensabile che i talenti di ciascuno vengano messe in un cassetto!
Eppure assistiamo spesso in tante persone alla rinuncia di mettere a frutto i doni ricevuti, con il risultato di dare spazio ad insoddisfazioni e derive.
Capiamo quindi il senso delle ultime parole dell’Evangelo.