L'Evangelo del Giorno
Giovedì della 3a Settimana di Avvento
“Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re. Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto:"Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via". Io vi dico: fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui.” (Luca 7,24-3.
Le domande che Gesù rivolge alle folle, dopo aver ricevuto la visita dei discepoli dio Giovanni Battista, sono semplicemente dirompenti.
Gesù lascia intendere alcune semplici cose: Giovanni è il più grande dei profeti d’Israele perché ha chiesto una conversione radicale non su posizioni di potere ma di povertà e rinuncia. La sua predicazione di profeta è stata all’insegna della spoliazione.
Nonostante questo pur essendo grande profeta egli deve farsi ancora piccolo nel regno dei cieli. Questo aspetto ci dice che il cammino di ciascun credente, di ciascun profeta è sempre lungo e mai definitivo.
Il vero rischio per ciascuno è quello di perdere le occasioni per non saper comprendere la presenza del Signore.
Il tempo di Avvento ci aiuta a fare spazio. Prima di tutto facendosi umili come lo è stato Giovanni Battista e come lo è Gesù nella stalla di Betlemme.
Il nostro impegno, in questo tempo di attesa, ci deve aiutare a fare discernimento e alla meditazione, alla preghiera e al silenzio.
Da ultimo dobbiamo renderci conto che questo tempo ci invita a camminare, a cogliere che la fede richiede di solcare i sentieri del sacrificio e della fatica ma anche quelli della gioia e della pace. E’ un cammino mai definitivo. C’è sempre da crescere!