Sull’articolo apparso ieri sulla rivista online tarantobuonasera.it, si legge qualcosa di estremamente allarmante. L’Italia, dopo aver svenduto la gestione logistica del porto di Trieste ai tedeschi, cedendo il 50,1% del capitale sociale della “piattaforma logistica” del porto stesso, si appresta oggi a muovere i primi passi per dare spazio all’imperialismo cinese, il quale mettendo le sue mani sul porto di Taranto, ha iniziato a dare attuazione alla cosiddetta via della Seta, mirando, tra l’altro, a impossessarsi di altri 8 porti italiani di carattere internazionale.
Impressionante il fatto che ieri il Presidente del Consiglio Conte ha asserito di non aver paura dell’invasione cinese, assicurando che la logistica del porto è fermamente in mano italiana. E che tale italianità sarà da lui difesa “con le unghie e con i denti”.
Sfugge al nostro Presidente del Consiglio dei ministri che la cessione della gestione, e conseguentemente dei guadagni, agli stranieri, toglie all’Italia gran parte dei frutti della ricchezza nazionale a lei spettante.