L’Evangelo del Giorno
S. Giuseppe lavoratore
“Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua". E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.” (Matteo 13,54-58).
Gesù si è messo alla sequela di suo papà Giuseppe che gli ha insegnato il lavoro del falegname. Un lavoro particolarmente impegnativo. Il legno da modellare e da rendere adatto alle necessità quotidiane, richiede attenzione, precisione, cura.
Gesù ha accettato fino in fondo questa mestiere e forse lavorando il legno ha acquisito quell’esperienza di attenzione necessaria per meditare poi la Parola, per avere pazienza e attendere i tempi giusti.
L’Evangelo di oggi ci ricorda che Gesù, commentando le Scritture, ha chiesto ai suoi concittadini fedeltà e passione spirituale, così come avere cura di ogni lavoro a cui si è chiamati. Se ci sono queste caratteristiche il Signore ci accompagna.
E il lavoro è una palestra e un esercizio di fedeltà. Purtroppo capita (così come è successo a Nazareth) che la gente anziché interrogarsi sulla propria vita e su come diventare fedeli al Signore, si stupisca che Gesù sia uno di loro. Questa incredulità nasce dal fatto che non si riesce a cogliere la presenza del Signore a partire dalle piccole cose.