L’Evangelo del Giorno
Lunedì della 3ª Settimana di Quaresima
#umileconversione
“In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo, ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro.” (Luca 4,24-3.
Il discorso di Gesù nella sinagoga di Nazareth non lascia scampo a fraintendimenti: la fede nel Signore nasce dalla conversione del cuore, dal pensare di non essere privilegiati ma persone umili, semplici.
Riconoscere la presenza del Signore non è questione di appartenenza. É una conquista quotidiana: è umiltà, spirito di sentirsi bisognosi, scelta di conversione.
E non ci si può scandalizzare del fatto che altri riconoscano la presenza del Signore. La vedova di Sarepta e Naaman il Siro sono persone straniere che si sono convertite, pur nell’incertezza, mossi dalla necessità di riconoscersi bisognosi di aiuto.
Bisogna anche dire che il fatto che l’appartenere ad una comunità non da diritto di avanzare pretese e non è titolo di merito per sentire il Buon D-o dalla propria parte. Noi non apparteniamo al Signore se non per convenienza e per umiltà.