L’Evangelo del Giorno
20ª Domenica del Tempo Ordinario
Ringraziamo Francesca che ci aiuta a meditare l’Evangelo di questa domenica.
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera». (Luca 12,49-53).
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E quanto vorrei che fosse già acceso.
Il fuoco di amore che Gesù è venuto a gettare sulla terra, per cui è venuto tra noi, fatica ad accendersi nelle nostre vite.
Forse abbiamo pensato di poterci fermare a contemplarlo senza lasciarci illuminare, scaldare, bruciare.
Ma il fuoco non può ardere senza di noi.
E Gesù ci confessa tutto il suo desiderio. Quanto vorrei!
A noi la scelta. Ma non è facile.
Se scegliamo di essere fuoco vivo, che brucia, che scalda, che illumina, di essere uomini e donne che ardono dell’amore di Dio che hanno ricevuto in dono e lo fanno divampare, dobbiamo mettere in conto che non ci sono compromessi, non c’è neutralità. Se c’è radicalità ogni spazio, relazione e dimensione di vita ne sono permeati.
Perché la misura è una sola.
Amare come Lui ci ha amati.
E Dio si immerge nella vita, nella sofferenza e nella morte. Nell’acqua e nel sangue. Dio ama così. Fino alla fine. Fino alla risurrezione.
Francesca
