L’Evangelo del Giorno
2ª Domenica dopo Natale
“E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.” (Giovanni 1,1-18).
Il prologo di Giovanni, in diciotto versetti, contiene una sintesi profonda del messaggio che viene da D-o all’umanità. Lo accogliamo e lo meditiamo rileggendo la storia del Figlio che il Signore ha voluto donare a noi.
Quello che più ci fa gioire e ci inquieta, nello stesso tempo, è che Il Buon D-o con il Verbo, la Parola ha voluto donarci la Vita, la felicità di sentirci vivi e presenti al suo disegno, accogliendo le parole della Gaudium et Spes del Concilio:
“Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla Vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore.”
Ci sono due importanti verità che oggi accogliamo dall’Evangelo e dalle letture di questa 2ª Domenica dopo Natale. Le accogliamo con un interrogativo ed una risposta.
Perché il Buon D-o ha voluto abitare in mezzo a noi? Perché si è fatto uno di noi? Il disegno imperscrutabile dell’Altissimo può essere spiegato solo da una parola: D-o è Vita perché è Amore. Noi dobbiamo benedire questa nostra Vita, perché in essa scopriamo ciò che la regge: Amare!
La seconda verità che risponde alla domanda è la necessità di cogliere un passaggio. Cioè passare dalla Legge, dall’insegnamento di Mosè, alla grazia e alla verità che ci è stata donata da Gesù Cristo.
La nostra esistenza è un cammino continuo nel quale però è necessario un passaggio fondamentale: riconoscere la presenza dell’Altissimo in noi, dentro di noi, attraverso Gesù Cristo.
L'occidente si sta incartando...
Dopo la lotteria degli scontrini del governo italiano, ecco a voi la lotteria dei vaccini germanica:
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