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L’Evangelo del Giorno

Giovedì della 4ª Settimana di Quaresima

“Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?” (Giovanni 5,31-47).

#testimonianza

Gesù si rivolge ai Giudei che già hanno pensato di ucciderlo perché egli oltre a violare il sabato chiama D-o con il nome di Padre e si fa D-o.

In questa situazione Gesù prosegue nel suo insegnamento e continua la sua predicazione mettendo in rilievo la testimonianza della presenza di un D-o che è misericordioso e prossimo ad ogni uomo e ad ogni donna, attraverso il Figlio.

Gesù ricorda ai Giudei il fatto che essi non hanno riconosciuto la sua presenza. Di Giovanni Battista solo per un attimo hanno colto la luce del messaggio di conversione.

Così come non hanno colto la luce e la voce di un D-o per è Padre proprio perché si prende a cuore della vita di ciascuna persona.

La testimonianza che Gesù mette in evidenza è quella delle Scritture che sono la voce di D-o. E così lo è stato Mosè e tutti i Profeti.

Il vero peccato di sempre è quello di bastare a se stessi e non curarsi di ascoltare la voce del Signore che si fa prossimo alla nostra vita, sempre.

Potremmo anche cogliere da questo Evangelo il fatto che il Signore ha desistito dalla sua collera per donarci il suo amore sconfinato (Esodo 32,7-14).