L’Evangelo del Giorno
Martedì della 2ª Settimana di Quaresima
“Ma voi non fatevi chiamare rabbì, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate padre nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare guide, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato.” (Matteo 23,1-12).
Gesù si rivolge alla folla e ai discepoli denunciando il comportamento delle autorità religiose, perché dicono e non fanno.
La fedeltà al Signore si misura nella capacità di vivere l’Evangelo mettendo in pratica la Parola.
Gesù sottolinea l’infedeltà degli scribi e dei farisei: legare i pesi sulla testa della gente, essere ammirati, cercare i posti d’onore, essere i primi della classe, sentirsi riveriti, farsi chiamare con il titolo di Rabbi.
Quello che conta è essere umili. E per essere umili bisogna avere rispetto degli altri. Gesù ci offre tre pensieri delicati per vivere l’umiltà.
Nessuno può farsi chiamare maestro, perché tutti si è fratelli.
Nessuno può farsi chiamare padre, perché uno solo è Padre l’Altissimo.
Nessuno può farsi chiamare guida, perché l’unica vera guida è il Cristo.
Gesù si svela ricordando il senso della sua identità e della sua missione: essere servo.
Si, il servizio è la via per scoprire la presenza di D-o. Isaia (1,10.16-2 ci ricorda il senso del servizio: “Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l'oppresso, rendete giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova”.
(Nella foto la sede de Il PomoDoro Onlus - Bolzano Vicentino - VI)