L’Evangelo del Giorno
Sabato della 18ª Settimana del Tempo Ordinario
“Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile».” (Matteo 17,14-2.
La pazienza potrebbe essere la parola chiave dell’Evangelo di oggi.
Il passo evangelico ci racconta la vicenda di un padre che chiede aiuto a Gesù per il suo figlio colpito da una forma grave di epilessia, al punto di compiere azioni incomprensibili e demoniache.
Questo povero padre si rivolge a Gesù perché i discepoli non sono riusciti a guarire il suo figlio.
Gesù sta quasi per perdere la pazienza perché tutti si aspettano un miracolo senza avere fede nel compiere l’opera di guarire la persona sofferente.
Gesù si stizzisce perché trova i discepoli incapaci di cogliere il significato della presenza del Signore nel prendersi cura e sanare le ferite del corpo. È la poca fede e sfiducia che non consente di trasformare l’impossibile in possibile.
E qual è la pazienza che Gesù esprime in questa triste e problematica vicenda?
É la pazienza di chiedere la fede come un granello di senape. Non occorre una fede straordinaria ma piccola.
La fede nel Signore, nella vita umana, nel prendersi cura, non ha bisogno di cose eclatanti ma di essenzialità, di ricerca, di pazienza, tanta pazienza perché il guarire, il risorgere non è un fatto automatico.
L’esercizio di chi svolge una disciplina sportiva dovrebbe farci capire il valore del granello di senape. Le vittorie sono frutto di lavoro paziente e di energie interiore nel credere in quello che si fa.
Non è un caso che nella preghiera ebraica dello Shemà Israel Mosè ricordi a ciascun di pregare con tutte le proprie forze.
“Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze (Deuteronomio 6,4-13).