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@LucioTurra ·Traduzione

L’Evangelo del Giorno

28ª Domenica del Tempo Ordinario

“.Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.” (Marco 10,17-3.

Che cosa bisogna fare per avere in eredità la vita eterna?

É questo l’interrogativo posto a Gesù da una persona di cui l’evangelista Marco non menziona il nome.

É un interrogativo intrigante con il quale si vuole mettere alla prova Gesù. Ma Gesù non si impressiona. Rivolgendosi a questo tale Gesù lo ama e gli chiede di spogliarsi di tutto per dare i suoi beni ai poveri. Così si conquista l’eredità eterna.

Quello che stupisce é che la domanda di questo tale si tramuta in un boomerang perché Gesù sposta il piano dalla fedeltà ai Comandamenti, alla Legge, all’essere delle brave persone, ad una dimensione altra: spogliarsi della ricchezza fatta di cose, di varie forme di possesso, per donarle a chi a meno, ai poveri.

Ebbene l’interlocutore invece di ascoltare Gesù se ne va amareggiato perché ha troppi beni ed é troppo legato ad essi. I possesso dei beni comprime e non ci permette di fare un salto di qualità.

La ricchezza è un freno tirato a mano che non ci libera dal conquistare ciò che è essenziale alla fede nel Signore.

Pietro e discepoli di fronte a questo duro discorso si pone una ulteriore domanda: allora nessuno si salva? La risposta di Gesù consola. Tutto è possibile a D-o e tutti quelli che hanno abbandonato le proprie case, la propria vita per dedicarsi agli altri, riceveranno cento volte tanto.

Che cosa ci stimola questo Evangelo? Ci aiuta a capire che non basta essere delle brave persone ma che bisogna donare se stessi, la nostra vita, le nostre cose a chi ha bisogno. É questa una conquista quotidiana!