La luce del Sole può inattivare il coronavirus. E lo fa a una velocità elevatissima: fino a otto volte superiore a quella stimata finora. A raccontarlo è un team di ricercatori coordinato dall’Università della California a Santa Barbara che ha dimostrato come il coronavirus sia più vulnerabile alla luce solare di quanto previsto dai modelli teorici e che questa differenza nei tempi di inattivazione delle particelle virali da parte della radiazione Uv-B potrebbe essere spiegata con l’interazione dei raggi Uv-A e le droplets. Lo studio è stato pubblicato sulle pagine del Journal of Infectious Diseases.