L’Evangelo del Giorno
2ª Domemica di Avvento
“Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell'Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».” (Dal Vangelo secondo Luca Lc 3,1-6).
Fa sempre un certo effetto leggere questo brano del Vangelo in tempo di Avvento. Il deserto, lo sappiamo, ci riporta al tempo della Quaresima, a un altro tempo di silenzio e attesa, cammino silenzioso che ci conduce alla Pasqua del Signore.
Chi ha avuto la possibilità di andare nel deserto, avrà fatto esperienza di un silenzio assordante che coinvolge tutti i sensi e le dimensioni: del tempo, dei suoni e dello spazio.
Nel deserto ci sei tu con te stesso/a, e basta. Per il resto, orizzonti sconfinati da immaginare. La voce di Giovanni squarcia quel silenzio, e ci viene incontro dicendo che la salvezza è per tutti. Sono tanti i deserti che viviamo nelle nostre vite; il “deserto nella città” su cui ci aiutava a riflettere Carlo Carretto diventa per noi un esercizio di scelta, tra il silenzio e la possibilità di annunciare a tutti che Dio ci ama così come siamo, che arriva ancora una volta per noi.
Emanuela
