Covid-19 & hastag, lockdown & climate change, ci risiamo?

Soft lockdown all'orizzonte dopo un'estate (troppo) spensierata? L' analisi di uomovas mette in risalto pregi e difetti delle politiche di contenimento della pandemia, ma anche l'importanza delle tematiche ambientali che Covid-19 tende a farci dimenticare.

Durante il lockdown 2019 l'hastag "andrà tutto bene" ha riempito le pagine del media ma non solo, per cancelli, finestre e balconi dilagò la fantasia, con tutto ciò che di etico-morale ne ha conseguito e di cui forse c'era allora bisogno, ma con questa 2° ondata credo non sarà più necessario; fin dall'inizio ho sempre poco "sponsorizzato" quel trend (forse) distratto da altro, troppi da subito gli anziani abbandonati al loro tragico destino di principali vittime e tanti i giovani che, colpa dell'isolamento forzato, hanno dovuto interrompere scuola in presenza, percorsi formativi (e redditi preziosi) e socialità.

D'altronde, in un copione già visto, "non è andato tutto bene" già dopo la crisi Lehman perchè le misure per stimolare l'economia pesarono sulle emisioni in termini drammatici per l'ambiente mentre i governi avrebbero dovuto propendere per altri scenari, quello ad esempio di iniziare a costruire una società a emissioni zero con nuovi posti di lavoro nell'istruzione, assistenza sanitaria, alloggi a basso costo e l'energia pulita, con le innumerevoli finalità da raggiungere di cui c'era necessità per soddisfare bisogni immediati (e futuri) e al contempo affrontare la crisi climatica, per chi c'era allora, per chi c'è adesso e anche per chi sarà domani.

Sembra che il (recente) passato abbia invece insegnato poco, "non è andato tutto bene" a febbraio 2019 coi primi decessi, continua ad andare male in questa 2° ondata 2020 che ha già mietuto i morti delle disgrazie aeree e va malissimo che proprio in questi giorni all'affacciarsi delle restrizioni per chiedere alla gente sacrifici collettivi, si buttino le molotov; l'ottica più "global" non rassicura più di tanto coi governi di mezzo mondo a evitare fallimenti di massa e gestire una disoccupazione che sta crescendo a livello esponenziale, solo nei comparti del  turismo e dell'intrattenimento sono andati persi milioni di posti di lavoro e quel che è peggio, a rischio della  vita, è che hanno conservato il posto i lavoratori sottopagati (badanti, operatori sanitari, fattorini, addetti alle pulizie, ecc.).

"Non è andato tutto bene" e continuerà così a lungo se non si prenderanno in considerazione tanto i finanziamenti per il reddito di base e le tasse sul patrimonio quanto le politiche delle banche centrali che non dovranno più aiutare chi possiede tanto ma bensì sostenere chi ha poco e sopratutto il settore del servizio pubblico che prima o poi crollerà sotto il peso delle misure anticrisi (odierne e future).

In vista delle nuove restrizioni anti pandemia varate dagli esecutivi, con gli aerei che già poco volano il traffico veicolare che si ridurrà e tante aziende che (ri) abbasseranno le saracinesche, le emissioni dovute alle attività produttive si (ri) azzereranno a vantaggio della salute di tutti e dell'ambiente; ma non durerà perchè questi benefici avranno vita breve in quanto tanto i negoziati sul clima, che sono già stati posticipati, quanto tutto quello che ha a che fare con l'ambiente sarà messo in standbye perchè nei prossimi mesi si parlerà soltanto di Coronavirus e ripresa economica, costi quel che costi, e tutto (purtroppo) tornerà come prima.

A conferma di ciò, con lo spettro di entrare in una profonda depressione, la sola Cina all'oggi ha già autorizzato più centrali a carbone di tutto il 2019 affossando la lezione che le restrizioni da pandemia hanno indotto a favore dell'ambiente sulla riduzione dell'uso dei combustibili fossili; ciò lascia facilmente immaginare che l'attenzione futura dell'opinione pubblica sarà distolta dal clima, dimenticando che la pandemia da Coronavirus è sì una tragedia ma è solo una minaccia che potrà durare qualche anno, a differenza invece delle ondate di calore, inondazioni e tutto quello che porterà il "climate change" che incomberà su di noi per generazioni.

uomovas. 


giuseppe vassura

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