http://www.leggo.it/news/itali....a/meteo_gennaio_arti
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L'ONU è preoccupato della chiusura delle frontiere di Trump a sette paesi islamici. Si preoccupassero di quello che hanno permesso fino ad oggi...
#bisognapensare
Quei fenomeni dei nostri politici si preoccupano tanto dei populisti, si ricordassero che la parola deriva da "popolo" lo stesso popolo che li ha messi nei loro comodi e caldi scranni dorati...
#bisognapensare
Trump non è divisivo, siete voi accorpativi. Sapetelo....
#bisognapensare
Chi di noi non ha mai letto un libro sui cani?
Ma ci avete fatto caso che la maggior parte dei libri parla di labrador?
Sì certo, il cane per eccellenza. Io stessa ne ho una, e devo dire che dopo aver avuto a che fare con il mio primo cane, con lei tutto è più facile.
Il mio primo cane fu un dalmata-
Se avete letto il libro o, peggio, visto il film “La carica dei 101†devo darvi una brutta notizia. I dalmata non sono come vengono dipinti nel libro e nel film.
Sono tutt’altro.
Lucky è entrato nella mia vita in un momento molto delicato e particolare.
Mio padre si era ammalato di cancro al colon, scoperto quando ormai era arrivato al fegato. Le speranze erano pochissime, nonostante ciò tentammo la strada della chemioterapia.
Alzi la mano chi non ha mai vissuto, sulla propria pelle o su quella di un famigliare, i postumi di quella terapia.
Col senno di poi non so se abbiamo fatto bene a sottoporre mio padre a quella terapia devastante, forse anche più devastante del cancro stesso.
Mio padre aveva due passioni. La Lazio e i cani.
La prima l’avevo ereditata, la seconda sinceramente no, avrei potuto tranquillamente fare a meno di un cane nella mia vita, avrei sicuramente vissuto lo stesso.
Problema insormontabile nell’adottare un cane, secondo mia madre e secondo la maggior parte delle persone, era la mancanza di un giardino.
“Quando avremo casa con il giardino… “ era la sua risposta fissa alla domanda di mia sorella, che, invece, un cane lo avrebbe voluto.
Abbiamo però avuto pesci rossi, pulcini, un gatto e perfino un’anatra.
Non ricordo la fine che ha fatto quest’ultima, so purtroppo molto bene la fine che ha fatto quello che era diventato un simpatico polletto.
Ovviamente in quella che era una cena con amici, io non toccai carne.
Torniamo al cane?
Una sera eravamo tutti e quattro davanti alla tv e, tra le varie pubblicità arrivò quella della scottex. Ecco se c’era un cane che avrei voluto nella mia vita il labrador era l’unico cucciolo che avrei scelto.
Biondo, simpatico, tenero.
“Ci prendiamo un cane?†disse mia sorella.
“Sì a patto che i pappagalli vadano via†fu la risposta di mia madre.
Il caso volle che il proprietario del bar sotto casa aveva la dalmata che aveva appena partorito “ma gli è rimasto solo un maschio bianco e marrone†disse mia sorella.
Per me poteva anche essere bianco e viola, l’importante era far felice mio papà .
Ovviamente i due pappagallini, della famiglia degli inseparabili, presero il volo.
Non nel senso letterario del termine, sia chiaro. Li regalai ad una collega di lavoro.
In realtà prima di loro avemmo altri due inseparabili, in tempi diversi.
Il primo mio padre lo prese da un albero del vicino. Stavamo cenando in terrazza quando sentimmo un gran baccano provenire da questo albero, e mio padre si arrampicò per scoprire di quale volatile si trattasse.
Chicco entrò così nella nostra famiglia e subito ci conquistò.
Francesca Sbicego
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