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Il sole inzia ad entrare lemme lemme dalla finestra, quasi voglia infilarsi anche lui sotto le coperte invece di illuminare il nuovo giorno; un silenzio strano quasi ovattato, dopo il bum-bum "subeme la radio" bum-bum del night al piano di sotto, mi spinge ancor più sotto le coperte.
Un profumo si spande nell'aria mentre un tac tac si avvicina; faccio l'indiano, occhi chiusi, orecchie tese in ascolto, braccia ripiegate in giù con i palmi delle mani aperti all'altezza del petto, appoggiati sul materasso casomai debba alzarmi velocemente o rotolare su un fianco per schivare un colpo.
Profumo di caffé e rumore di tacchi, ...interessante; 2 paia di tacchi ...molto interessante! Un paio di ginocchia affondano nel materasso, vicino a me, ed una mano mi spinge un po' la schiena: sono 2 delle ragazze del night, si sono disturbate a portarmi la colazione; trucco sfatto, capelli arruffati, imbaccucate in grosse felpe, facce stanche ma sorridenti en un piatto con una tazza di caffè e pane imburrato... manco al grand hotel!
Ed inizia così, chiaccherando e sorseggiando caffè, il mio secondo giorno a Potosi; mi cambio, preparo lo zaino, ripiego coperte e materasso per non lasciare traccia del giaciglio, casomai ci fosse una visita della polizia o dell'immigrazione, e questo lascia basite le mie ospiti perchè praticamente... non hanno mai visto un uomo che si ripieghi le cose da solo...
Saprò in giornata che la padrona è andata di persona a vedere un fatto così "inusuale" da queste parti!
"mi metto le scarpe, e sono già in strada" (Vasco Rossi - Fegato spappolato); zaino in spalla e su oltrepassando il mercato Chiquimia, le spalle pizzicano per il troppo sole preso negli ultimi due giorni, su per l'avenida universitaria e ancora su (mannaggia al "su", alle salite di prima mattina, ai 4000 mt ed al fiatone) fino alla plaza del Caballito dove resterò fino a sera immerso nel caos dei venditori, della sfilata, della moltitudine zombiefica della gente che cammina ammontonata pur di vedere la sfilata più da vicino...
Mannaggia è già sera... sono cotto per il troppo sole e contemporaneamente infreddolito nella frescura notturna, ma riesco comunque ad arrivare al mio giaciglio e ad infilarmi rapido e tutto vestito sotto le coperte.
Ma le sorprese non sono finite: nel bel mezzo della notte scoppia una rissa nel night, tanto grossa da far intervenire la polizia.. ancora non mi rendo bene conto di quel che succede; sì, sento vociare, qualche "hijoeputa" urlato qui e lì, qualche colpo, una vetrina o specchio che va in frantumi ma tutte cose di ordinaria amministrazione... comunque dal nulla appare una delle ragazze, scalza con le scarpe in mano per correre più veloce, accosta al mio giaciglio alcune sedie del deposito in modo da nascondermi alla bell'e meglio in caso di perquisizioni della polizia...
Scambio di sguardi complici nell'oscurità illuminata solo dalla luce del lampione che entra dalla finestra; si porta l'indice alle labbra per indicarmi di fare silenzio, mi strizza l'occhio, bacia la punta dell'indice, me lo appoggia sulle labbra per un breve istante e... se ne va ingiottita dall'oscurità del fondo della stanza.. non sapevo che gli angeli custodi potessero avere gambe così ben tornite e minigonna inguinale che così poco lascia all'immaginazione... la mia non è proprio fame, è piuttosto voglia di qualcosa di buono... vabbé! giriamoci dall'altra parte; ci manca solo finire al comando di polizia...
Domenica mattina, di solito, c'è chi lava l'auto, chi va a messa, chi si fa il giretto con il cane e chi si avvia, zaino in spalla, braccio teso, pugno chiuso e pollice alzato, lungo la statale, uno a caso ovviamente...
All'ultimo momento hanno annullato l'evento conclusivo della sfilata perchè si son bevuti tutto il bevibile, anche l'acqua delle pozzanghere, e son tutti rabaltati a smaltire; la città è praticamente deserta, quindi meglio alzare le tende.
Attraverso territori desertici e semi inesplorati dagli intensi colori ocra, su questa lingua d'asfalto che mi sta portando pigramente verso Sucre; gruppi sparuti di 4-5 casette da 2 stanze e latrina nel campo segnano di quando in quando la presenza umana... aria secca e sole cocente, cactus in fiore, terra arata, polvere, cactus che marciscono, polvere, paglia, pietre, ancora polvere alzata dal vento: tutti odori che attraversano la bandana che ho sul viso mentre sobbalzo pigramente sul cassone di un pick up reso bollente da questo splendido sole; chiudo gli occhi e la voglia di mollare tutto ed andare lì in fondo, non importa dove, verso l'orizzonte, a cavallo come Lucky Luke o Trinità, è grande... frenano, torno alla realtà nonostante ormai i confini fra realtà e fantasia siano veli leggeri e strappati: arrivati!
Arrivati sì, ma dove? al bivio dove una stradina di terra battuta si allontana verso le colline, the road to nowhere..., e così mi ritrovo nel mezzo del nulla con un litro d'acqua, una caciotta scambiata per un paio d'orecchini, un po' di carote e tanto sole mentre il pick up si allontana alzando un nuvolone di polvere; di veicoli ne abbiamo incrociati sì e no 7; 8 al massimo; un po' pochini... comunque.. adelante! chi si ferma è perduto. Sull'asfalto le suole delle scarpe tendono già ad appiccicarsi per il calore e ad occhio e croce non è ancora mezzogiorno, il calore lo senti fino ai bronchi ed i mulinelli di vento continuano a lasciare sabbia sui cactus che sto spolpando con il coltello a serramanico, un po' per sete, un po' per passare il tempo. Non ho idea di quanto abbia camminato, il tempo te lo lasci alle spalle quando sei in giro, qualche kilometro l'ho macinato senza incrociare anima viva, è caldo, nemmeno le mosche svolazzano, più caldo ancora e poi... in lontananza un vrruuuumm soffocato si avvicina e son già sul camion che mi lascerà a Sucre.
Sono in piazza, comodamente seduto su una panchina all'ombra dei grandi alberi, con la bocca a cactus & polvere, il telo aperto e qualche coppietta che curiosa i miei prodotti. Pomeriggio tranquillo, forse troppo, non so perchè ma mi mancano la strada, il vento libero, ed i paesaggi di qualche ora prima... arriva sera e sono già al terminal, stavolta si torna a La Paz fra 10 ore sarò sotto una doccia bollente, la festa è finita!, il gruzzoletto anche stavolta lo abbiamo fatto, è al sicuro dentro la tasca della cintura; lo zaino è in stiva ed io accasciato sul sedile a buttar giù gli ultimi appunti... notte!