Dinanzi al ricorrente richiamo in tono esaltati del Manifesto di Ventotene, vorre, se riesca ad avere visione critica ed obiettiva, rifuggire dal mito e far presente che esso, assieme a spunti certamente apprezzabilissimi, aveva affermazioni come queste:
"pullulano immediatamente, con sembianza di vecchia legalità o sprezzandola, una quantità di assemblee e rappresentanze popolari in cui convergono e si agitano tutte le forze sociali progressiste. Il popolo ha sì alcuni bisogni fondamentali da soddisfare, ma non sa con precisione cosa volere e cosa fare. Mille campane suonano alle sue orecchie, con i suoi milioni di teste non riesce a raccapezzarsi, e si disgrega in una quantità di tendenze in lotta".
Quindi che ne è per gli autori della 'Sovranità popolare?
Ancora: "La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa, caso per caso, non dogmaticamente in linea di principio".
Dunque la proprietà, sia pure con discernimento, va abolita o limitata?
"non si possono più lasciare ai privati le imprese che, svolgendo un'attività necessariamente monopolistica, sono in condizioni di sfruttare la massa dei consumatori (ad esempio le industrie elettriche); le imprese che si vogliono mantenere in vita per ragioni di interesse collettivo, ma che per reggersi hanno bisogno di dazi protettivi, sussidi, ordinazioni di favore, ecc. (l'esempio più notevole di questo tipo di industrie sono in Italia ora le industrie siderurgiche); e le imprese che per la grandezza dei capitali investiti e il numero degli operai occupati, o per l'importanza del settore che dominano, possono ricattare gli organi dello stato imponendo la politica per loro più vantaggiosa (es. industrie minerarie, grandi istituti bancari, industrie degli armamenti). E' questo il campo in cui si dovrà procedere senz'altro a nazionalizzazioni su scala vastissima, senza alcun riguardo per i diritti acquisiti; ....
B le caratteristiche che hanno avuto in passato il diritto di proprietà e il diritto di successione hanno permesso di accumulare nelle mani di pochi privilegiati ricchezze che ..
converrà distribuire, durante una crisi rivoluzionaria in senso egualitario, per eliminare i ceti parassitari e per dare ai lavoratori gl'istrumenti di produzione di cui abbisognano, onde migliorare le condizioni economiche e far loro raggiungere una maggiore indipendenza di vita. Pensiamo cioè ad una riforma agraria che, passando la terra a chi coltiva, aumenti enormemente il numero dei proprietari, e ad una riforma industriale che estenda la proprietà dei lavoratori, nei settori non statizzati, con le gestioni cooperative, l'azionariato operaio, ecc.; ...
La metodologia politica democratica sarà un peso morto
nella crisi rivoluzionaria."
Sinceramente mi sembra di scorgere una forte obra di marxismo (se non comunismo) massimalista, che mi porta ad esortare a non fare un MITO del MANIFESTO, sicuramente valido per l'esortazione ad un'Europa unificata, ma, per come appare a me, discutibile e se non addirittura pericoloso per la democrazia ed alcuni diritti fondamentali. Inoltre mi pare anche contrassegnato da talora contraddittori compromessi tra opposte visioni (cattolica, liberare e marxista).
Questo di là dalla Statura elevata di Rossi e di Spinelli.