Quando a chiudere è l'arte...

L'ultimo dpcm ha chiuso teatri, cinema e attività ricreative. A morire di covid sarà anche la cultura?

Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) del 25 ottobre ha imposto una nuova serie di limitazioni alla libertà degli italiani. Ad essere limitate sono state in generale tutte le attività che potrebbero portare alla socializzazione degli italiani. Non solo bar e ristoranti, quindi, ma anche palestre, piscine, cinema e teatri.

Si tratta di una serie di limitazioni importanti che non solo danneggiano gli operatori di vari settori, come dimostrano le sempre più diffuse manifestazioni di protesta degli imprenditori dei settori colpiti, ma la cultura stessa che è il vero tesoro italiano.

Se, infatti, potessimo riscrivere la nostra storia scevrandola dalla cultura nelle sue varie forme (la pittura, la poesia, il teatro, la musica, l'architettura, ecc.) e dai suoi effetti, ad emergere sarebbe un popolo imbarbarito. 

Nella lettera del maestro Riccardo Muti al Presidente Giuseppe Conte, pubblicata sul Corriere della Sera di ieri, si legge: «L’impoverimento della mente e dello spirito è pericoloso e nuoce anche alla salute del corpo». Personalmente non avrei saputo esprimerlo meglio.

Guardando le immagini di Napoli, Milano e Torino, viene in mente che forse sarebbe servita proprio in quei frangenti quella elevazione degli spiriti che l'arte è capace di produrre. Se invece di rombi di molotov e bottiglie incendiarie si fossero suonate le note di un'aria verdiana l'esito della serata sarebbe stata probabilmente diverso.

Diciamolo. Nei teatri e nei luoghi di cultura non si rischia il contagio più che in qualsiasi altro ambiente. Anzi, poiché alla normativa sulla necessità di mantenere il distanziamento e sulla necessità di disinfettare dopo ogni spettacolo, si aggiunge l'etichetta (per cui al teatro oltre al distanziamento si tiene il silenzio per rispetto di artisti e pubblico), forse questi luoghi sono tra i più sicuri. Forse, invece di chiuderli al pubblico, bisognerebbe incoraggiare le persone a non incagliarsi nelle poltrone dei salotti di casa davanti ad uno schermo guardato spesso senza interesse e senza spirito critico, ma ad andare al teatro a gustare la meraviglia dell'arte, arricchendo quindi il bagaglio della nostra cultura, e nutrendo lo spirito per un benessere che si diffonda a tutta la nostra persona.


Lorenzocp ptux

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