LA STORIA
LOUISE FISCHER E LA CRONACA IN DIRETTA FIN TROPPO VERA
La domanda è pertinente: fino a dove un o una giornalista può spingersi per raccontare ai propri lettori una storia vissuta? Una risposta arriva proprio in questi giorni dalla Danimarca.
Come riporta oggi il sito ilgiornale.it si parla di una collega, Louise Fischer, dipendente della piattaforma Radio 4 e del canale televisivo Tv Midwest, che ha scandalizzato per il suo operato il cittadino medio del paese del nord Europa.
Lo scorso 27 maggio il Direttore le ha chiesto di inserirsi in un club per scambisti per informare i radio ascoltatori su “come stessero andando gli affari di tale particolari attività economiche dopo il via libero delle autorità alle ri-aperture post covid”.
La collega si è quindi portata presso il locale Swingland di Ishoi, vicino Copenaghen. Mimetizzandosi fra I clienti del club. La 26enne informava in tempo reale di tutto quello che stava accadendo in quel circolo per scambisti. Forse un po troppo perchè come raccontano I giornali che ne riportano la notizia Louise Fischer ha iniziato a cambiare voce e ad ansimare facendo sesso con un uomo conosciuto nel locale, fino a lasciarsi andare a un rapporto completo. Ovviamente tutti gli ascoltatori che erano all'ascolto oltre alla redazione si sono scandalizzati ed hanno chiesto la “testa” della giornalista. Il giorno dopo Louise Fischer è stata chiamata in redazione per dare una spiegazione su quanto aveva fatto. Questa la risposta che ha dato ai suoi superiori. Louise si è giustificata affermando “che la scelta di avere rapporti intimi con I clienti di quel locale sarebbe stato il modo migliore per ottenere la fiducia di questi ultimi. I medesimi clienti, ha raccontato la cronista, si sarebbero aperti e avrebbero raccontato le loro storie grazie al trucco escogitato da lei stessa. Ho trovato persone molto più educate e gentili che in un normale bar – ha spiegato – e avrei tranquillamente potuto dire di no se non avessi voluto....Mi sono divertita, non è stato il sesso più bello della mia vita ma gli uomini in quel locale sono gentili, ti fanno sentire una dea” (t.t.)